Scopriamo come rendere un sito installato su un hosting base e dalle prestazioni limitate, molto più performante e sicuro.
Questo tutorial nasce dall’esigenza di aiutare chiunque e alle prese con un sito web creato tramite WordPress e un budget limitato. Lo scenario tipico e quello che in realtà si presenta sempre più spesso è legato all’attivazione di un piano hosting base su cui poi andare a creare ed utilizzare il proprio sito web.
Con il termine “piano base” si intendono tutti quegli abbonamenti proposti dai vari hosting e che in genere sono la prima fascia di prezzo e di prestazioni, quella più bassa.
E’ normalissimo almeno all’inizio fare un investimento minimo per iniziare a sviluppare le proprie idee e la propria attività online, ma sempre più spesso capita che per varie necessitudini si è costretti a dover pagare di più per fare un upgrade del proprio piano hosting. L’hosting è la versione virtuale di un computer, più questo è prestante è maggiori saranno le performance del sito web, viceversa risulterà lento.
In realtà ci sono svariati motivi per cui il piano base può non bastare, per esempio:
- Configurazione del sito non proprio ottimale
- Aumento considerevole delle visite
- Tante immagini che vanno a stressare l’hosting
- Scrittura JS, Query e molto altro che ne rallenta il caricamento
- E tantissime altre cose
Il mio sito rientra in una o più delle casistiche sopra citate che mi portano in una situazione dove a detta del fornitore dell’hosting avrei dovuto fare un upgrade, ma a detta mia non ha senso in quanto i costi che andrei a sostenere non avrebbero senso.

Nello specifico, avendo molte immagini e allo stesso tempo una discreta quantità di visualizzazioni al giorno, capitava spessissimo che l’hosting mi bloccasse la navigazione del sito. Questo accade perchè ogni fornitore in base al pacchetto che acquistate, vi permette di avere un tot di visualizzazioni, richieste server, banda internet, ecc. Superata la soglia vengono applicate misure contenitive come l’interruzione del servizio o fortissimi rallentamenti.
Hosting
L’hosting che uso per il mio blog si chiama Siteground e ad oggi è il migliore per qualità/prezzo, con un servizio assistenza molto valido e moltissime funzione gratuite che non ho trovato in altri hosting. Se invece volete avere sempre un hosting molto interessante, valido e leggermente più economico, vi consiglio Hostinger.
Ma arrivando al dunque, per poter aumentare le prestazioni del nostro sito e ridurre l’impatto sul nostro hosting bisogna andare a sfruttare i CDN.
Cos’è il CDN?
Una CDN (Content Delivery Network) è una rete di server localizzata in diverse aree geografiche che consente di diminuire il ritardo nel caricamento dei contenuti delle pagine di un sito web.
Riducendo la distanza fisica tra il server e l’utente, una CDN fa sì che gli utenti in tutto il mondo possano visualizzare gli stessi contenuti senza rallentamenti nei tempi di caricamento. In questo modo viene migliorata anche la user experience con vantaggi sia per il provider di contenuti che per i fruitori finali.
Senza una CDN infatti, i server di origine dei contenuti devono rispondere a ogni singola richiesta degli utenti finali, aumentando la possibilità che si verifichi un sovraccarico a causa dei picchi di traffico.
Video Tutorial
Istruzioni
Essendo il nostro scopo avere la minima spesa ma con la massima resa possibile, vi spiego come sfruttare due CDN all’interno per proprio sito WordPress in modo del tutto gratuito e sicuro.
Infatti i CDN oltre ad avere il compito di scaricare il peso dal nostro hosting, aumentano considerevolmente la sicurezza del sito in quanto chiunque dovesse mai provare ad hackerarlo si troverà davanti il CDN che a sua volta ha una serie di firewall e protezioni di altissimo livello.
CloudFlare
CloudFlare è il più famoso CDN presente sul web ed è usato da tantissimi siti di alto profilo e con un afflusso di dati elevatissimo. Parto da CloudFlare perchè questo è il primo step in quanto si lavora sul nostro dominio.
La logica di funzionamento
Il nostro dominio (esempio: connectup.it) deve essere configurato per puntare ai DNS di CloudFlare e da questo poi bisogna puntare all’indirizzo IP del nostro hosting.
Step 1: cambiare i DNS del nostro dominio con quelli di CloudFlare
Il primo step è quello di registrarsi su CloudFlare in modo del tutto gratuito e sfruttando il piano base che è più che sufficiente per la maggior parte dei casi. Una volta al suo interno, possiamo andare ad aggiungere il nostro sito web cliccando sull’apposito pulsante e ricordatevi di selezionare il piano gratuito.
Dopo una breve scansione, CloudFlare vi dirà che i DNS del vostro dominio non sono ovviamente puntati su di lui, pertanto clicchiamo il tasto Continua.
A questo punto, ci viene spiegato in modo molto semplice cosa dobbiamo fare e con cosa andare a sostituire i DNS che attualmente abbiamo con quelli di CloudFlare.
La sostituzione dei DNS è una operazione relativamente semplice quando si sa come fare. E’ difficile spiegare i passaggi specifici in quanto ogni register di domini, quindi parliamo del portale dove avete acquistato il vostro dominio e dove attualmente è presente, ha differenti menu e differenti diciture.
Consiglio
Quello che posso consigliarvi è che: in caso di cambio, far riferimento all’assistenza stessa del register del dominio (esempio: GoDaddy, Register.it, Aruba, ecc). Gli esponete il problema e gli comunicate i nuovi DNS di CloudFlare e loro faranno la modifica per voi.
Caso contrario, sono sempre a disposizione per darvi una mano e scrivetemi senza problemi.
Una volta effettuato il cambio, clicchiamo sul bottone Fatto. Controlla i nameserver e tempo qualche ora e la modifica sarà confermata da CloudFlare.
Step 2: da CloudFlare andare a puntare il nostro dominio al server hosting
Adesso che il nostro dominio punta ai DNS di CloudFlare dobbiamo far si che a sua volta il dominio comunichi con il nostro sito web WordPress.



Andiamo sul nostro hosting e normalmente nella schermata principale dove abbiamo tutte le opzioni, dovremmo trovare anche una serie di dati tecnici a portata di mano. Tra questi dovreste trovare l’indirizzo IP il quale in base al criterio dell’hosting che usate può avere il nome di: Shared IP Address, Site IP ed eventuali varianti. Prendiamo nota di questo numero in quanto ci servirà a breve.
Adesso entriamo nella dashboard di CloudFlare, posizioniamoci sulla voce DNS e clicchiamo su bottone Aggiungi record. Dovremo andare ad inserire i seguenti valori:
- Tipo: A
- Nome: @
- Indirizzo IPv4: copiamo l’indirizzo IP del nostro hosting che abbiamo recuperato poco fa
- Stato proxy: attivato
- TTL: Automatico
Al termine facciamo Salva per convalidare le modifiche fatte. A questo punto dobbiamo solo aspettare che il tutto si aggiorni e normalmente ci impiega qualche minuto. Per capire se ha funzionato basta provare a visitare il proprio sito.
Con l’utilizzo di CloudFlare abbiamo ridotto l’impatto e la richiesta di risorse sul nostro server hosting, incrementato la velocità ed aumentato in modo consistente la sicurezza.
CDN per le Immagini
Esistono anche i CDN per le immagini contenute nel nostro sito web. Il principio di base è sempre lo stesso, sarà il CDN a caricarsi il peso delle richieste di visualizzazione di queste, alleggerendo così il carico sul nostro hosting.
A differenza di CloudFlare che prevedeva una configurazione forse più tecnica e complicata, per quanto riguarda la gestione delle immagini, dopo infinite prove e innumerevoli tentativi fatti sul mio stesso sito, ho trovato la soluzione che a mio avviso è la più pratica, funzionale e semplice da gestire, mi riferisco a ImageKit.
In rete ci sono tantissimi CDN gratuiti per immagini i quali, sempre con un pacchetto base e free, danno una serie di possibilità. La verità è che per il mondo delle immagini cercare quello giusto e che sia duraturo nel tempo, specialmente quando si ha un discreto traffico, non è per niente semplice, tanti di quelli gratis hanno delle limitazioni o numeri così bassi da essere pressochè inutili.
Se volete cimentarvi nel confronto potete guardare questi: Cloudinary, Imgix e JetPack Image.

Vediamo come sfruttare al massimo ImageKit il quale a differenza degli altri, col piano gratuito ci fornisce ben 20GB di traffico dati che è tantissimo, oltre ad una serie di altre cose che per la nostra causa ci servono meno.
ImageKit funziona tramite plugin installato sul nostro sito WordPress. Dobbiamo scaricarlo ed installarlo esattamente come faremmo con qualsiasi altro plugin.
Una volta che questo è installato possiamo andare sul sito di ImageKit ed effettuare la registrazione facendo attenzione a selezionare ovviamente il piano gratuito.
All’interno della dashboard, essendo la prima volta, ci verrà mostrato come fare per creare URL endpoints, ma nel caso vogliate farlo direttamente senza perdere tempo, dovete cliccare su URL endpoints, Add new e successivamente:
- Identifier: Generalmente si mette il nome del sito, ma potete mettere quello che volete che appaia nell’urlo di ImageKit
- Description: Inserite un nome che identifichi quello che state facendo
Al termine bisogna cliccare su Save per completare l’inserimento.
A questo punto tornando sempre su URL endpoints, vedremo quello appena creato. Clicchiamoci sopra e andiamo a copiare l’url che ti viene mostrato in alto. La lunghezza dell’url può variare, l’importante che lo copiate in tutta la sua parte.
Come ultimo passaggio, torniamo nella dashboard del nostro sito WordPress, clicchiamo su Impostazioni e selezioniamo ImageKit settings. Nello spazio bianco sotto la voce ImageKit URL endpoint (or CNAME) andiamo a incollare l’url copiato in precedenza da ImageKit e senza toccare altro, clicchiamo in basso su Save changes.
Abbiamo finito, a questo punto ci basta attendere qualche minuto e se proviamo ad aprire una qualsiasi nostra immagine presente sul nostro sito, vedrete che l’url sarà quello di ImageKit.
Conclusione
Questa soluzione che vi ho proposto è secondo me la migliore possibilità che si ha restando nel mondo del gratuito e senza dover sborsare un euro. Per qualsiasi dubbio o domanda, scrivete pure.